INEZ DE BRAUW
Covert Motion
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OPENING: Sabato, 09 Giugno 2018 – Ore 18.00
11 Giugno 2018 – 15 Settembre 2018
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Testo di LAURINE VERWIJEN
Il lavoro di Inez de Brauw sottolinea la perdita di valore e il cambiamento di significato degli oggetti e dei simboli culturali nel tempo. I grandi dipinti, realizzati dipingendo con intonaco su pannelli di legno, si ispirano a interni tratti da riviste di lifestyle; interni scenici che non hanno scopo se non quella di pubblicità commerciale e di definizione del gusto contemporaneo.
L’artista si appropria dei motivi decorativi che appaiono su carte da parati, cuscini e mobili, avendo ormai già perso il loro significato storico, nel momento in cui sono apparsi in una rivista.
A differenza, per esempio, dell’epoca Art Deco in cui vi era molta conoscenza dei patterns utilizzati e in cui gli schemi avevano in molti casi una rilevanza simbolica; nelle riviste di lifestyle di oggi, ma anche nei vestiti prodotti in massa che indossiamo, vi è una perdita dell’origine e del significato simbolico a favore piuttosto di un’estetica vuota, in cui un modello figurativo si utilizza su di un oggetto semplicemente per farlo sembrare bello. Ed è proprio sul movimento di perdita delle informazioni che Inez de Braw concentra i propri lavori: il movimento di un ornamento persiano, riferito alla natura, che finisce poi senza un nome su una carta da parati prodotta in massa all’interno dei megazines.
In tal modo, l’artista consente ai modelli e ai mobili prodotti in serie di assumere nuovamente il ruolo principale. Si evolvono e diventano lingue, personalità. Concentrandosi sul carattere fluido e fragile dei materiali con cui lavora (Ebru ‘painting on water’, intonaco dipinto su legno) Inez De Brauw crea nuove forme e consente loro di evolversi ulteriormente.
Le forme si allontanano dalla loro forma originale e si trasformano in altre. I grandi dipinti sono costituiti da pannelli che dopo la loro prima disposizione possono essere spostati in diverso ordine. L’immagine diventa quindi mutevole e deformabile. Questa migrazione di forme diventa una metafora di una sensazione di essere senza discendenza, senza radici, alla deriva tra specificità storica, kitsch e ironia.
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