Non c’è niente di casuale nei quadri di Delfina Marcello, ma tutto è inaspettato. La grazia si riceve, ma non si aspetta. Tra l’affidamento alla protezione di un Santo, che si presta come mediatore, e l’intervento divino, di cui non conosciamo il meccanismo ma solo il risultato, c’è un vuoto inconcepibile dove avviene il salto di qualità, il miracolo, appunto. Qual è il ruolo dell’immagine, che, sotto forma di quadro, diventa un oggetto chiamato ex voto? Perché si sceglie una rappresentazione, invece di ringraziare il Santo nel silenzio del proprio cuore o con le parole pronunciate per evocare il suo aiuto? Se un artista fa questa scelta, l’ex voto diventa il suo linguaggio, ciò che lo condurrà ad altre domande, tra cui quella fondamentale per tutto il lavoro di Delfina Marcello: Può un’immagine trascendere se stessa? Negli Ex Voto, il tema della femminilità si confronta con quello del Sacro nelle figure di tre Sante che l’artista ringrazia: Santa Rita, Santa Lucia e Santa Teresa. Nella tradizione della Chiesa cattolica i loro poteri si riferiscono al Fato (casi disperati), all’occhio (la vista e la luce), al cuore (salvezza attraverso amore). Inoltre, le tre Sante rappresentano modelli diversi della vita di una donna: Santa Lucia è una vergine che muore a 23 anni difendendo la propria verginità, Santa Rita è una madre e vedova che si ritira nel convento per prestare aiuto ai bisognosi, Santa Teresa è dottore della Chiesa, mistica e scrittrice. Non sapremo mai quali fossero i motivi diretti per cui l’artista abbia scelto queste Sante, con i loro particolari attributi. Eviterei di seguire la pista psico-simbologica che non offre risposte adeguate. Queste grandi donne non sono raffigurate ma presenti nel loro agire dietro le quinte. Quell’agire a scapito di chiunque lo desideri, sia lo spettatore che l’artista, è il vero e proprio ex voto che percepiamo nella funambolesca tensione compositiva.