Andrea Galvani, Higgs Ocean #1, 2009
C-print on aluminum dbond, 116 x 136 cm
Il progetto Higgs Ocean documenta un’azione unica messa in scena al largo delle isole Svalbard nel Circolo Polare Artico. Durante le settimane immediatamente precedenti la sua partenza per l’Artico, l’artista ha condotto diversi test per raccogliere, immagazzinare e ritrasmettere l’energia solare utilizzando pannelli solari installati sopra un gruppo di automobili. Con varie configurazioni di apparecchiature in numerose località in tutta Brooklyn, Galvani ha allestito un sistema per convertire l’energia radiante in elettricità, e di nuovo in luminosità con la stessa frequenza originale della luce naturale del Sole. In una fredda giornata di gennaio, un’inaspettata tempesta di neve ha interrotto questi test. Higgs Ocean #1 documenta il momentaneo fallimento del progetto. La tempesta e la conseguente coltre di neve hanno interferito con l’assorbimento della luce e l’auto è stata trasformata in una scultura inattiva, congelata in un temporaneo stato di impotenza. A più di 10 anni dalla realizzazione dell’opera, confrontandoci con l’artista esso afferma: “In silenzio e sottovoce, dentro il candore freddissimo del bianco, si risvegliano in noi (come da un lungo letargo) sentimenti urgenti e conflittuali. Paradossalmente ci riconosciamo ora più che mai in quell’incertezza, ma era sempre stata lì: lo stravolgimento del pianeta, il precipizio dell’economia globale, la crisi delle risorse, i conflitti atomici, un futuro post bellico e il ritorno ad un pensiero arcaico… Eppure la realtà è ancora così densa di potenzialità, di possibili rivincite, di nuove strade. E’ un meccanismo spento, congelato in attesa. È l’energia dell’universo che dorme sotto la neve.”
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